NIETZSCHE E LA CRISI DELLE CERTEZZE FILOSOFICHE
NIETZSCHE
1 LA
FEDELTA ALLA TRADIZIONE: IL CAMMELLO
Scopo = rispondere
all’interrogativo sui fondamenti della tradizione culturale occidentale e sulla
sua decadenza.
In La nascita della tragedia dallo spirito della musica = Nietzsche si
allontana dalle interpretazioni tradizionali che consideravano il mondo greco
come una dimensione idilliaca, priva di scissioni, vedendolo come il risultato
del conflitto tra due principi contrapposti: l’«apollineo» e il «dionisiaco».
· L’apollineo:
emblema della misura, dell’ordine, della razionalità;
· Il dionisiaco: principio
del caos e della distruzione, ma anche della potenza creatrice, della gioia e
della sensualità = rappresenta l’energia caotica e irrazionale, con la quale
la vita cerca di affermarsi con ogni mezzo.
Questi due principi,
secondo Nietzsche, si trovano fusi nella tragedia.
Che si identifica nel corteo dei seguaci di Dioniso = costoro,
nelle processioni religiose, si travestivano da “satiri”, concedendosi
un’assoluta sfrenatezza e abbandonandosi completamente all’impetuosità degli
istinti.
L’arte tragica nasce,
secondo Nietzsche: da questa originaria esperienza del caos, dell’irrazionalità
e della drammaticità della vita, che l’uomo greco avverte l’esigenza di contenere nelle rasserenanti forme della
poesia.
Nelle opere di Euripide,
la razionalità prevale sulla naturalità = perisce la tragedia e
nasce la filosofia, che, attraverso la ragione, fornisce una spiegazione
rassicurante del mondo e rimuove i lati più oscuri della personalità umana e
della vita.
Socrate
=
personaggio che segna emblematicamente il passaggio dall’antica tragedia alla
filosofia.
Nietzsche lo condanna per
aver esaltato il concetto e il pensiero
a scapito della vita concreta e dei suoi valori; con lui si ha la
prima e più decisa affermazione dell’intellettualismo
filosofico che segna il progressivo declino della cultura occidentale.
Ciò è possibile attraverso
l’esperienza dell’arte = in particolare
con la musica, emblematicamente
rappresentata dalle opere di Wagner.
Ma la fiducia di
Nietzsche è destinata a svanire: la prima tappa della sua evoluzione spirituale si conclude con la delusione, dovuta
alla consapevolezza dell’impossibilità di un ritorno al passato e
dell’inesorabile decadenza della cultura occidentale.
Secondo il
filosofo è giunto ormai il tempo di fare a meno di Dio e di tutte le concezioni
metafisiche: «Dio è morto», e con
lui sono crollati tutti i valori assoluti
= NICHILISMO
Egli viene
simbolicamente raffigurato come un fanciullo
ridente, circondato di luce. Essa indica la sua natura gioiosa, libera,
innocente.
2 L’AVVENTO
DEL NICHILISMO: IL LEONE
2° periodo del pensiero di
Nietzsche = viene simbolicamente rappresentato dal leone che lacera e
distrugge.
Nietzsche ritiene che per
emanciparsi dalla menzogna e dalle false credenze = l’uomo deve spingere
alle estreme conseguenze la tendenza verso il nichilismo implicita nella cultura europea, adottando un metodo scientifico e decostruttivo.
Questa fase del pensiero
nietzscheano è denominata anche “illuministica”.
Scienza =
egli apprezza la ricerca degli elementi costitutivi delle realtà indagate, ed è
in analogia con tale procedimento che si accinge all’elaborazione di una vera e
propria «chimica delle idee e dei sentimenti», allo scopo di rivelarne
l’origine umana.
Nietzsche propone la tesi: le grandi costruzioni teoriche
della morale, della filosofia e della scienza non sono altro che un’invenzione
consolatoria di chi è in cerca di rassicurazione, non potendo tollerare la
profonda sofferenza derivante dal disordine, dall’insensatezza e
dall’irrazionalità dell’esistere.
In questa prospettiva l’idea di Dio, che è la più lunga
menzogna, è il prodotto della tradizione
metafisica, che ha “fuggito” la vita, la natura, il corpo e i valori della
«terra», ponendo il senso dell’essere in una dimensione trascendente.
Con la morte di Dio è venuta
meno la possibilità di una verità
assoluta = non c’è più alcuna entità metafisica, trascendente o immanente,
che ne garantisca la necessità e l’universalità.
La
morte di Dio = comporta l’avvento di una dimensione difficile
da sostenere, che implica la responsabilizzazione dell’uomo, che ora ha il
compito di conferire senso all’universo.
Ciò è un compito così
grande e impegnativo da poter essere assolto soltanto da colui che saprà “farsi Dio” egli stesso = in grado di
oltrepassare l’uomo e diventare «oltreuomo»
(Ubermensch), inaugurando una nuova epoca.
Nietzsche nella sua
seconda fase per cui si concentra su una critica
della metafisica.
Egli svolge anche un
lavoro di decostruzione della morale
che verrà approfondito nelle opere della maturità.
Applicando il metodo genealogico = individua l’origine della morale: nella volontà
di dominio di alcuni individui rispetto ad altri.
Riconosce la morale cristiana come una «morale del risentimento» (o degli
schiavi) prodotta da uomini mediocri, incapaci e repressi, i quali, sopraffatti
dall’invidia per i più forti (coloro che sono in grado di sopportare e di
accettare la drammaticità della vita), si rivalgono imponendo a tutti i propri
meschini principi: umiltà, povertà, obbedienza, ascetismo, negazione della
sessualità e sacrificio della gioia di vivere.
3 L’UOMO
NUOVO E IL SUPERAMENTO DEL NICHILISMO: IL
FANCIULLO
Secondo Nietzsche = l’oltre-uomo è l’unico, che liberatosi:
· dai
condizionamenti esterni
· da
ogni consolazione dottrinale,
· ha
detto accettato la vita
e
· ha
accolto fino in fondo la condizione
tragica e dionisiaca dell’esistenza
Ciò consente all’oltre-uomo
di accettare e superare il nichilismo radicale del mondo privo di Dio e dei
valori.
Il suo avvento viene
annunciato dal profeta Zarathustra =
nell’ora del «meriggio».
Poiché l’oltre-uomo = sa
godere del corpo, della vita e dei suoi valori ed è, inoltre, in grado di
sostenere l’idea dell’«eterno ritorno
dell’uguale»: un pensiero talmente grande da essere definito «abissale».
L’eterno
ritorno dell’uguale: consiste nell’ipotesi che la storia sia un grande circolo, in cui tutti i fatti e gli
avvenimenti sono destinati a ripetersi e a ritornare eternamente.
Con tale dottrina
Nietzsche si allontana dalla visione lineare del tempo inaugurata dalla
tradizione ebraico-cristiana, secondo la quale il compimento del senso della
vita è rimandato al futuro e dunque l’attimo e il presente sono svuotati di
significato.
Per poter realizzare la
propria essenza, l’oltre-uomo deve “scegliere”
l’eterno ritorno = creare un
mondo dove ha senso volere il ritorno di ogni istante di vita vissuta, e per
farlo deve “istituirlo”.
In questo senso, la teoria dell’eterno ritorno è
strettamente intrecciata a un altro importante concetto della filosofia
nietzscheana, che domina negli ultimi scritti dell’autore: la volontà di potenza.
Volontà
di potenza: esprime, per Nietzsche, l’essenza stessa
della vita, la quale si caratterizza come impulso a crescere e a volere sempre
di più.
La sua attività si manifesta in un’azione creatrice:
· del
significato del mondo
· del
valore delle cose
di cui l’oltre-uomo è
l’espressione più compiuta, essendo il supremo
artista.
L’oltre-uomo, superando
il nichilismo, si assume la responsabilità di offrire nuovi significati, nuove
prospettive, nuovi valori, non più intesi come principi e parametri assoluti («trasvalutazione dei valori»), ma come
libere manifestazioni della vita.
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